Un piccolo libro scritto, stampato e letto in 1400 copie, un libro esaurito oggi richiesto soprattutto da cittadini comuni, dai non addetti ai lavori…
Un grande entusiasmo il libro lo ha suscitato senz’altro da parte di chi ne ha scritto le poesie. Tutti hanno sentito di avere svolto un grande lavoro: per aver confuso la propria poesia con quelle di altri, per essersi confrontati, per avere scelto di esporsi riacquistando autostima, passando dalla esigenza di una intima confessione timidamente espressa ad una consapevolezza della propria forza sommessamente esplicitata.
Una grande soddisfazione il libro lo ha riscontrato da parte di chi ne ha scritto la presentazione,……il prologo, …le valutazioni. Soddisfazione anche per la speranza di poter esibire una prova, un modello di riferimento, un metodo di lavoro e un prodotto positivo materiale scaturito proprio dal rapporto terapeuta/paziente: lo si legge tra le righe, lo si legge nelle parole scritte, nel calore delle emozioni espresse.
Un grande sospiro di sollievo il libro lo ha suscitato in coloro che hanno raccolto, vagliato, trascritto le poesie, portato alla stampa volumi di carta, riletto la prima bozza in caccia di errori, distribuito le copie una per una, mano per mano, aspettandone le ricadute…
Una grande angoscia da parte di chi, da oltre due anni, era costretto a rispondere a chi chiedeva una copia del libro, che “si erano esaurite le copie, si sarebbe dovuto ristamparlo, ma non c’erano le risorse, la tipografia aveva distrutto le matrici…”. Parole dette con umiltà, ma con denso sapore di umiliazione.
Oggi, gennaio 2003, abbiamo potuto (anche grazie ai contributi dell’Associazione Centro Sociale di Quarto e della Cooperativa La Scopa Meravigliante) ristamparlo, anzi pubblicarlo come prima edizione. Da un libro stampato, a un libro pubblicato. Può sembrare forse una sfida riproporre il valore ed il senso della parola, del dialogo, dell’ascolto, del dar voce anche a chi è spesso muto o relegato nel silenzio, proprio quando vengono riproposte culture e norme della separazione, dell’intolleranza, della diversità come non valore.
La pubblicazione di Parola smarrita…Parola ritrovata può servire a ricordare il valore della comunicazione e della partecipazione, anche di pazienti affetti da disturbi mentali gravi, per contrastare le rinnovate spinte all’utilizzo di strumenti “forti”, come l’istituzionalizzazione e la coazione. Con questa edizione l’ausipicio è di risvegliare gli entusiasmi, dare rinnovati motivi di soddisfazione, risentire sospiri di sollievo. La condizione è forse quella più banale: rileggere questo libro, ma dalla prima all’ultima pagina senza soluzione di continuità. La Parola smarrita… Parola ritrovata oggi non può essere solo riferita alla parola dell’autore della poesia.
Con questo spirito l’invito è che ognuno di noi, dopo averlo riletto, lo faccia acquistare – perché lo legga – al vicino di casa, al compagno di lavoro, all’amico ed al parente più caro, ma anche ad ogni operatore che presta servizi alle persone, senza discriminante se pubblico o privato, se assistenziale, tecnico o amministrativo. Per continuare…
pubblichiamo qui alcuni stralci del libro.
parola-smarrita-parola-ritrovata